Nel 1971 uscì nelle sale il film “Detenuto in attesa di giudizio” diretto da Nanni Loy e interpretato da Alberto Sordi. Un film-denuncia che suscitò scalpore poiché, per la prima volta, un’opera cinematografica svelava senza mezzi termini l’arretratezza e la drammatica inadeguatezza dei sistemi giudiziario e carcerario italiano dell’epoca. Da allora molta acqua sotto i ponti è passata e cose sono successe, di strada ne è stata fatta e sono state attuate diverse riforme, alcune assai importanti. Resta, tuttavia, l’impressione di fondo che abbiano prevalso scelte spesso demagogiche, accompagnate da politiche sociali deficitarie che hanno determinato non solo un incremento dell’impiego della pena carceraria, ma anche una precisa individuazione dei suoi principali destinatari. Si è parlato, non a caso, del carcere come “discarica sociale” a tutto scapito del dettato costituzionale, della finalità rieducativa della pena attraverso un trattamento conforme al senso di umanità. Il festival dedica un ciclo di appuntamenti per portare in evidenza spunti di riflessione ed esperienze dirette per raccontare e farci conoscere la vita in un mondo “altro”, del quale spesso si ignorano le vite e i problemi.
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